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7 Agosto 2004 L’aereo sorvola da parecchi minuti la città e ancora non si vede
l’aeroporto. Capisco cosa si intende per “una aeroporto nel centro di una
città”; molti che sono atterrati a Città del Messico, el DF, me lo hanno
descritto così. Ma finalmente siamo arrivati; recuperiamo con un po’ di ansia i
bagagli, passiamo l’Immigracion, con la carta compilata in volo, superiamo la
dogana (è vero, si pigia un bottone e…..se il semaforo accende il VERDE si
passa, se invece viene il ROSSO, controllo bagagli). Per tutti noi è VERDE e
quindi entriamo in Messico! |
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L’hotel ha anche un buon ristorante,($714 x 4p), molto pulito, con un ottimo servizio, e piatti ben preparati, si trova 2 quadre dallo zocalo in calle Isabel La Catolica 17. Il personale dell’hotel si è dimostrato professionale e gentilissimo nel venir incontro a tutti i nostri bisogni. Il ristorante accetta le Carte di Credito, l’albergo pure, ma pagando in contanti si ha il 10% di sconto. |
8 ago
Ottimizziamo il tempo rimasto con una gita su quei pulmann
scoperti che girano le città; è la prima volta, ma è l’unico modo per vedere
qualcosa dopo aver perso mezza giornata alla polizia e dal fotografo. Tra
l’altro il pulmann è economico e consente di scendere e risalire a piacimento:
infatti siamo scesi al Museo di Antropologia, -da non perdere!!!-, anche per una
visita breve come la nostra, con contorno di spettacolo dei Voladores, nel
Bosque di Chapultepeq, il grande parco pubblico al centro di DeFe. |
9 ago Mattinata persa all’Ambasciata con ritiro del documento sostitutivo del passaporto e visita a Tehotihuacan: ci siamo fatti chiamare un taxi dall’impiegata dell’ambasciata e per $400 siamo andati a visitare le spettacolari Piramidi del Sole e della Luna; si può andare con i bus, ma si impiega molto più tempo, noi l’abbiamo usato per il ritorno. Il taxi ci ha portato all’ingresso proprio all’altezza b della Piramide del Sole: ottima scelta perché appena fuori ci sono una serie di comedor economici e di discreta qualità, al contrario del bar all’ingresso principale (noi siamo stati nell’ultimo a dx -quello con i giochi per i bambini-). La visita è stata un po’ disturbata dall’affollamento dovuto al forte afflusso di messicani che di domenica entrano gratis. Al ritorno siamo riusciti con una corsa in taxi dalla stazione dei bus allo zocalo, a vedere gli affreschi di Rivera nel palazzo presidenziale; per entrare ci vuole un documento, è per quello che il giorno prima avevo i passaporti, invece di lasciarli in hotel…… Cena da Potzolcalli una catena di ristoranti tradizionali messicani: abbastanza cari ($507 x 4p) e dal nostro punto di vista, di qualità bassa, con un servizio approssimativo. E poi piazza Garibaldi, i mariachi, da vedere e da sentire; non è possibile descrivere una situazione tanto inusuale per noi e nello stesso tempo tanto naturale per i messicani: imperdibile! |
10 ago Con un taxi prenotato la sera prima dall’hotel siamo andati al
TAPO e abbiamo preso il nostro primo
pulmann messicano; veramente di 1° classe: check in per i bagagli, aria
condizionata, bagno in coda, TV con film in inglese ma con sottotitoli in
spagnolo, posti numerati ed assegnati all’acquisto del biglietto, orari e prezzi
controllabili via internet sul sito www.ticketbus.com.mx. In perfetto orario
arriviamo ad Oaxaca dopo un viaggio sull’altipiano con paesaggi che cambiano
continuamente e con contrasti non solo naturalistici molto forti: valga per
tutti il confronto tra l’economia del contadino che ara il suo campo tenendo a
mano l’a
Altra particolarità di Oaxaca: le cavallette fritte – chapulines – le vendono sulle bancarelle dei mercatini, e non sono male. Qualche dubbio sull’igiene della faccenda… |
Recuperati gli zaini che l’hotel ci ha conservato
(l’organizzazione del Pasaje è buona), ci accampiamo in un bar di fronte alla
stazione dei bus per la cena e infine partiamo per Puerto Escondido. E’ il primo
viaggio notturno; la scelta garantisce un paio di vantaggi: un viaggio di 12h
farebbe sprecare una giornata, e non si paga l’albergo per quella notte; bisogna
aggiungere che i pulmann offrono un discreto confort, con sedili reclinabili ben
distanziati, AC, fin troppo bassa -ma basta coprirsi-. Non altrettanto si può
dire delle strade: una curva ogni 100mt e un tope ogni 200mt (i dossi
artificiali che in mexico abbondano), non consentono di riposare
tranquillamente. Comunque è una scelta che non rimpiango. Una curiosità è data
dalle soste dove gli autisti, e anche i passeggeri messicani, a qualsiasi ora
mangiano enormi piatti di tortillas, frijoles, carni varie con salse ancora più
varie; anche alle 2 di notte! |
12 ago Puerto Escondido ci accoglie con un caldo indescrivibile: per noi che si viene dai 2000 e passa metri dell’altipiano, e da una notte con l’AC del pulmann, l’impatto con il caldo umido della costa del Pacifico è terribile. E forse a causa dello shock termico commettiamo l’errore (oltre che per un’errata informazione della Lonely Planet che indica un’inesistente rivendita biglietti anche in città), di non prenotare i posti sul bus per la tappa successiva: infatti il giorno dopo il pulmann che avevamo deciso di prendere è già tutto occupato. Non è un dramma: in fondo un giorno in più a Puerto si passa più che volentieri. Tra l’altro l’albergo scelto è veramente ottimo: l’Hacienda Revolucion (ha un sito internet), gestito da una simpatica signora di Verona, con il suo giardino tropicale, le camere fresche per i muri spessi ed il riparo dai raggi del sole garantito dal patio antistante, i bagni piastrellati di maioliche colorate, a pochi metri dall’Aldoquin, la via principale di Puerto, rappresenta una tappa di assoluto relax durante un viaggio piuttosto convulso. A Puerto in tre giorni abbiamo fatto un po’ di vita da spiaggia, una gita
abbastanza simpatica a Zipolite, località decisamente naif una settantina di km
a est; si dice che ricordi la condizione in cui si trovava Puerto Escondido
qualche anno fa quando non era ancora una meta di moda. Abbiamo provato tre
ristoranti tutti sull’Aldoquin; due gestiti da italiani, La Galeria (dove la
carbonara è a regola d’arte), e Claudio (dove tutte le sere si proietta il film
di Salvatores dedicato a Puerto Escondido), ma il meglio è sicuramente il Danny’s Terrrace direttamente sulla
magnifica spiaggia di baia Principal, orlata di palme, dove una cena di pesce
per 4, propina compresa, costa $680. La propina, la mancia, nei ristoranti è
praticamente obbligatoria perché rappresenta il guadagno dei camerieri e va
calcolata intorno al 10% del conto; se si paga con la carta di credito la si
aggiunge a penna sul foglietto dove c’è stampata la voce propina, altrimenti si
lascia sul tavolo il contante. La prima sera a Città del Messico, pur avendolo
letto in parecchie guide, non ci pensavo e la povera cameriera non si capacitava
della mia totale mancanza di acume: facendo riferimento al conto mi chiedeva:
Serrado? Serrado? Intendendo, è chiuso così?, poi finalmente ha tirato un
sospirone quando io ho intuito, e ho aggiunto la dovuta propina! Altra gita a breve distanza da Puerto è la laguna di Manialtepec,
dove in un pomeriggio in barca si vedono da vicino più uccelli che in una
settimana in Camargue. Le gite partono da alcuni ristoranti ai margini della
laguna e costano tutte uguali: $500 8 persone su una barca per un pomeriggio,
compreso bagno finale (doppio considerato l’acquazzone preso al
ritorno!). La Lonely da le indicazioni corrette per arrivarci, ma pur
sbagliando la fermata del bus, si trovano altre possibilità per fare ugualmente
l’escursione, facendo forse lavorare anche i barcaioli non indicati dalla mitica
guida. Anche playa Zicatela, la lunga spiaggia battuta dalle
impressionanti onde del pacifico, ha il suo fascino, e una mattinata a guardare
i surfisti che cavalcano le onde rappresenta, per noi mediterranei, un modo
insolito di stare al mare. Certo baja Principal dove si nuota insieme ai
pellicani con lo sfondo da cartolina delle palme ha un altro fascino! Ma anche la parentesi di Puerto Escondido è finita e ci attende
un’altra notte in bus. Saldato il conto ($300-350 la camera doppia e $500 la
quadrupla) e salutato la proprietaria dell’Hacienda Revolucion siamo partiti
sotto un violento acquazzone tropicale. |
16 ago San Cristobal de Las Casas: arriviamo al mattino presto
attraversando paesaggi che dopo Tuxla Gutierrez diventano sempre più montani;
scompaiono le piante tropicali che vengono sostituite da pinete curiosamente
alternate a piccole coltivazioni di un mais piccolo e stentato. Si notano nei
pressi di San Cristobal anche un gran numero di serre. L’aria del mattino è
frizzante e il cielo è blu. Non abbiamo prenotato in nessun albergo e, lasciato
il gruppo e i bagagli in un bar su Insurgentes di fronte alla stazione dei bus dove abbiamo consumato la peggior colazi I caratteristici dintorni comprendono i paesi
abitati da comunità tzotzil direttamente discendenti da popolazioni indio, con i
loro usi e la loro cultura assolutamente singolare. Verrebbe anche spontaneo
giudicare certi comportamenti (mi riferisco in particolare alle pratiche
pseudoreligiose cui si assiste nella chiesa di San Juan), ma non va dimenticato
che a questo popolo è stata cancellata la storia e negata la cultura, prima dai
conquistadores spagnoli e poi dai vari governi messicani che li hanno sempre
tenuti ai margini di una società che per noi occidentali è al limite del terzo
mondo. Temo che i processi economici di globalizzazione degli anni duemila li
vedranno ancora ultimi degli ultimi; noi, abbiamo visitato San Juan Cham |
18 ago Da San Cristobal si parte al mattino presto e il viaggio è reso
interessante dal paesaggio che curva dopo curva, tope dopo tope, cambia
continuamente: dopo le conifere ritornano i banani ed infine ci accoglie la
vegetazione tipica dello Yucatan, che ha sostituito la foresta pluviale
Lacandona che resiste ancora in alcune parti basse del Chiapas verso il confine
con il Guatemala. Il bus fa una fermata dove ci si sgranchisce le gambe a Ocosingo, posto abbastanza squallido ma che
incuriosisce perché, nel già citato romanzo della Serrano, la protagonista vi si
reca per un appuntamento con i contras del subcomandante Marcos. L’arrivo a
Palenque dopo 7 h di viaggio ci riserva lo shock dell’impatto con il caldo umido
tipico dell’interno dalla penisola dello Yucatan; il contrasto con l’aria fresca
che abbi |
20 ago |
22 ago Bagno al Cenote Ik Kil (il biglietto comprato al Dolores Alba offre un piccolo sconto) e poi ci trasferiamo alla partenza del bus per Cancun che è all’ingresso delle rovine di Chichen Itza; abbiamo chiesto all’hotel di chiamarci un taxi ed è comparso il solito minibus che, allo stesso prezzo dei taxi, ci ha accompagnato a destinazione. Pizza al self service e viaggio senza storia fino a Cancun, taxi per P.to Juarez e traghetto veloce per Isla Mujeres, la località dove abbiamo scelto di passare gli ultimi giorni di vacanza, a mollo nelle tiepide acque dei Caraibi. Arriviamo alle 9 di sera e prendiamo due ottime camere con AC all’hotel Gomar ($350 la doppia) proprio di fronte all’imbarcadero. Cena a base di pesce in uno dei ristorantini sul lungomare di fronte a Cancun; buona qualità, servizio lentissimo, prezzo modesto. Non ricordo il nome, ma ho avuto la sensazione che fossero tutti molto simili. |
23 ago Al mattino dopo un’ottimo breakfast con vista sul mar dei Caraibi bordato dalle palme, ci trasferiamo alla Posada del Mar, hotel di categoria superiore (camera doppia $570), ma che ci sembra possa rappresentare la degna conclusione di un viaggio, per quanto interessante, comunque faticoso, in attesa, non dimentichiamo, del lungo trasferimento a Milano. I tre giorni successivi, sono dedicati soprattutto al mare: la splendida playa Norte è il punto migliore di Isla Mujeres, che in generale si rivela una scelta indovinata, priva com’è delle strutture per il turismo internazionale all inclusive; mantiene ancora una dimensione abbastanza a misura d’uomo: non ci sono case alte più di uno o al massimo due piani, le discoteche hanno un tono discreto, la spiaggia non è mai troppo affollata. La sera c’è un ampio ventaglio di ristoranti con svariate proposte. Per due sere la nostra scelta è caduta su Rolandi, discreta pizzeria, un po’ cara (circa $500 x 4p), ma con maxi schermo per seguire la Juventus nei preliminari di Champion’s League! La terza sera invece siamo stati da Gomar, ottimo ristorante, dove per $900 abbiamo cenato a base di aragosta! Una giornata intera è stata dedicata all’escursione a Isla Contoy. Tra le numerose proposte abbiamo scelto, senza rimpianti, il Capitano Ricardo Gaitan. La gita dura tutto il giorno e |
25 ago L'ultimo giorno in Messico trascorre tranquillo tra bagni a Playa Norte e un po’ di
televisione in camera (è l’anno delle Olimpiadi di Atene). A Mezzanotte
prendiamo un traghetto per P.to Juarez e poi un taxi fino all’aeroporto di
Cancun dove passiamo una notte scomoda e solitaria (l’aeroporto è in
ristrutturazione e le panchine disponibili sono scomode e non vi sono voli dop
le 24 con conseguente chiusura di bar e negozi), ma abbiamo il check-in alle 5 e
non vi è altra soluzione. Il check-in non sarà per niente rapido a causa
dei meticolosi
controlli dei bagagli (che vengono aperti a molti viaggiatori) e
neppure il passaggio della dogana per le perquisizioni di abiti e
scarpe, oltre che del bagaglio a mano. Invece i nostri fogli
sostitutivi del passaporto non creano alcun imbarazzo e neppure la
mancanza della carta di immigracion. Meglio così. Avremo invece
un contrattempo a Houston (dove Continental obbliga ad uno scalo);
pensavamo potesse dipendere dai nostri documenti sui generis, invece
è un problema legato al computer della dogana che non trova
traccia dell’ingresso di Stefano negli USA durante il viaggio di
andata; risolto l’equivoco, grazie anche a un poliziotto che
parla italiano, riusciamo a prendere il volo per Newark per un pelo,
dopo una corsa nell’immenso aeroporto texano. I nostri documenti
ci creeranno problemi solo il giorno dopo a Malpensa dove dopo un
viaggio di 20h siamo costretti a starcene in una stanzetta per un paio
d’ore a compilare moduli…
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![]() I COSTI DEL VIAGGIO SONO RIFERITI AD UNA FAMIGLIA CON 2 FIGLI DI 14 E 17 AA Notte in + significa che a Puerto Escondido, con un figlio colto
dalla vendetta di Montezuma, e la prospettiva della partenza del bus verso sera
abbiamo preferito tenere una camera per tutta la giornata. Altrettanto abbiamo
fatto l’ultimo giorno a Isla Mujeres perché, lasciando l’isola a mezzanotte,
sarebbe stato molto scomodo non avere un punto d’appoggio per una doccia e per
cambiarsi. Il costo dei ristoranti e degli extra è una stima, ma il totale
delle spese è corretto. Il cambio in agosto 2004 era € 1,00 = $ 13,50.
L’uso della carta di credito non è molto diffuso a causa delle alte commissioni praticate, invece gli ATM li abbiamo trovati ovunque. |
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